mercoledì 30 luglio 2008

I dieci comandamenti
di Elie Chouraqui e Pascal Obispo


Visto a Parma nel 2003, al PalaCassa. Finalmemente si comincia a ragionare. A parte il continuare a tradurre in Italiano i testi, che sicuramente perdono rispetto a quelli in lingua originale, le scenografie sono molto belle e la recitazione - finalmente - è accattivante.

La storia:
Primo atto
Il faraone Seti I ordina il massacro di tutti i neonati maschi ebrei. Una schiava di nome Yochebed riesce a salvare il proprio bambino, grazie all'aiuto dei figli
Aronne e Miriam e, depostolo su una cesta, lo abbandona alle acque del fiume Nilo. Il piccolo viene trovato dalla sorella del faraone, Bithia, che decide di adottarlo, dandogli il nome di Mosè. Entra dunque in scena anche Seti che, sotto le preghiere della sorella, benedice il piccino e le permette di adottarlo.
Passano alcuni anni, Mosè cresce nel palazzo reale insieme al figlio legittimo del faraone,
Ramses. Entrambi sono innamorati della giovane Nefertari, anche lei di sangue reale, che di certo non disdegna le attenzioni dei due baldi principi. Seti nello stesso momento nomina Ramses suo legittimo erede e Mosè capo architetto reale. I due sono felicissimi per questo evento e sognano un futuro vissuto insieme come fratelli. Intanto nel cantiere ebraico gli schiavi soffrono sotto le frustate degli aguzzini. Giosué rimpiange la propria libertà ma le sue parole vengono interrotte dai colpi di un sorvegliante. Mosè, che è rimasto sconvolto per le parole dell'ebreo, lo salva e uccide il suo carnefice. Scopre così le sue vere origini e decide di seguire la sua gente in mezzo a queste sofferenze. Le guardie del faraone lo catturano e lo conducono in presenza di Seti. Due testimoni esprimono di fronte al sovrano ciò che hanno visto ma le loro testimonianze sono contrapposte. Uno di essi riesce però a trovare delle prove inconfutabili sulla colpevolezza di Mosè. Il faraone, benché a malincuore, è costretto a esiliare il giovane. Nefertari e Ramses si ribellano al volere di Seti ma ormai è troppo tardi. Lo stesso sovrano, affranto dal rimorso, muore per il dolore. Mosè, giunto nel paese di Madian, difende le figlie del sacerdote Jetro dagli assalti di alcuni pastori e sposa la maggiore di esse, Zippora. Nello stesso momento, in Egitto, Ramses, divenuto faraone alla morte del padre, sposa Nefertari con una solenne cerimonia.
Secondo Atto
Mosè riceve la celebre visione del roveto ardente, il Signore gli ordina di tornare in Egitto per liberare il suo popolo. Zippora, Miriam, Jocabel, Bithia e Nefertari, le donne che lo hanno amato, hanno paura per lui. Intanto in Egitto, gli schiavi sono maggiormente oppressi, Ramses li sopprime con indicibili gravami. Miriam chiede pietà al faraone ma viene malmenata dai soldati. Yochebed si ribella al volere del monarca e chiede di poter essere libera. Come risposta alle sue pretese ecco giungere anche Mosè, ambasciatore del volere divino. Scoppia una rissa fra i guerrieri egiziani e gli schiavi ebrei. Ramses e Mosè si scontrano, nessuno dei due vuole cedere. Il profeta scaglia sull'Egitto nove terribili piaghe che costringono all'impotenza gli egiziani: il Nilo diventa rosso sangue, rane piovono dal cielo, le zanzare infestano il regno, mosconi si lanciano sugli essere umani, una pestilenza decima il bestiame, la grandine e le locuste distruggono i raccolti, bubboni ricoprono la pelle degli egiziani, il buio ricopre la terra del Nilo. Ramses però non cede. Ecco ora un'ultima orribile piaga, la morte dei primogeniti. Il faraone piange sul sarcofago del figlio, e con lui anche Nefertari che esprime tutto il proprio dolore di madre, ribellandosi a un volere secondo lei ingiusto. Gli ebrei festeggiano così la propria libertà, Mosè osserva triste Ramses e Nefertari che vanno via piangendo. Bithia decide di partire insieme al figlio adottivo. Gli israeliti giungono sulle rive del Mar Rosso ma non sanno come oltrepassarlo. Mosè apre le acque e gli ebrei sono salvi. Gli egiziani, che li inseguivano, rimangono così bloccati. Ramses e Mosè riscoprono solo adesso il proprio amore fraterno, un amore che riesce a dividere ancora le acque del mare, un amore che però non può più continuare, i due devono separarsi per sempre ormai. Mosè e la sua gente giungono ora alle pendici del monte Sinai. Il profeta, accompagnato da Giosuè, si incammina verso le cime, per ricevere la legge divina. Mentre questi è assente, il popolo pecca agli occhi del Signore, adorando un idolo d'oro, il famoso vitello, e abbandonandosi a ogni genere di abominio. Mosè torna al campo con in mano i dieci comandamenti e rimprovera gli israeliti. Il vitello d'oro viene distrutto e al suo posto è trasportata in scena l'arca dell'alleanza, all'interno della quale vengono poste da Aronne e Giosuè le due tavole della Legge.